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Sanità accreditata
in crescita “La flessibilità, elemento chiave”

Intervista al presidente AIOP Bologna Averardo Orta

Pubblicata su il Resto del Carlino
27 gennaio 2023
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Bologna è la città italiana in cui si vive meglio, è al primo posto anche per la salute. Quali sono i motivi secondo lei?

Per l’esperienza che ho avuto, anche a livello internazionale, credo che la chiave del successo del sistema sanitario metropolitano sia da ricercarsi nell’università e nel modello avanzato di integrazione pubblico-privato. Le città che hanno una forte attrattiva si basano tutte su una Scuola di Medicina antica e prestigiosa e su una rete ben integrata di strutture sanitarie. Il modello di sistema sanitario della nostra regione è particolarmente efficace e si fonda saldamente sul controllo e sulla regia pubblici.
All’interno di questo sistema le prestazioni erogate dalla componente di diritto privato si concentrano su branche della medicina complesse come la cardiochirurgia e l’alta specialità protesica, oppure la psichiatria e la riabilitazione e la specialistica, coprendo un’ampia gamma di prestazioni chirurgiche e mediche sia in regime di ricovero che in regime ambulatoriale. Un sistema solido che si integra con le strutture di diritto pubblico, formando una rete che è un vanto per la nostra regione. 

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Questa attrattività a che cosa è dovuta?

Bologna è una delle città più attrattive di Italia. Questa attrattività è rappresentata sia dalle strutture di diritto pubblico come l’IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli, sia delle strutture di diritto privato che ricoverano pazienti da tutto il paese. Chi sceglie di venire a Bologna non si trasferisce solo per scopi turistici ma, spesso, perché è disposto a spostarsi per cercare la migliore risposta possibile al proprio bisogno di salute, trovandola spesso nelle strutture accreditate di diritto privato della nostra città. L’attrattività del nostro territorio e delle nostre strutture è anche la prova che il diritto di libera scelta del luogo di cura stabilito dalla nostra Costituzione è un baluardo irrinunciabile che garantisce ai cittadini che si trovano in contesti meno performanti di trovare nel territorio nazionale la risposta più efficace ed evoluta alle loro necessità di salute, sempre all’interno del SSN. 

Dati in forte crescita nel 2022

La percentuale relativa all’attrattività dell’ospedalità privata bolognese cresce molto nel 2022, infatti passa dal 39% dell’anno 2021 al 45,1% (dato aggiornato a novembre 2022).
In aumento anche il dato dell’attrattività dell’ospedalità pubblica e privata bolognese che passa dal 19,3% al 22,8% (dato aggiornato sempre a novembre 2022)

Il dato complessivo risulta ancor più significativo se si pensa che si è realizzato per pazienti non affetti da covid in questi anni della pandemia ed a fronte di non poche difficoltà e ostacoli per gli spostamenti, dai lockdown alle chiusure di interi territori.

Grado di attrazione extra regionale delle strutture

grafico AIOP-

* Il grafico esprime la percentuale di residenti extra regione dimessi dalle strutture pubbliche e private del territorio metropolitano di Bologna sul totale dimessi, esclusi neonati sani.

Gli Ospedali privati esprimono un grado di attrattività ancora maggiore considerando sia i dimessi in regime di accreditamento che i pazienti privati.
Nel 2021 il 39% di questi, infatti, proviene da fuori Regione, in linea con il 2020 quando la percentuale era pari a 38,8%. Nonostante i recenti provvedimenti nazionali tesi a limitare la libertà di scelta del luogo di cura erigendo barriere regionali, l'attrattività delle strutture Emiliano-Romagnole resta alta.

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Qual è il ruolo del privato accreditato sotto le Due Torri?

Il ruolo del Privato accreditato è importante in quanto rappresenta circa un quarto delle prestazioni gratuite (a carico del SSN) erogate dal servizio sanitario metropolitano, che spaziano dall’alta specialità all’alta complessità, dalla chirurgia alla medicina, dalla psichiatria alla riabilitazione, garantendo attraverso i circa 1549 posti letto di cui la rete privata è dotata una risposta ad ampio raggio ai bisogni chirurgici, medici ed assistenziali dei pazienti dell’area metropolitana, di quelli delle altre province e di quelli provenienti da altre regioni. Voglio precisare che il flusso di pazienti che arriva da fuori non compromette, non sottrae e non riduce in alcun modo la quantità o la qualità delle prestazioni erogate ai residenti. Al contrario consente maggiori investimenti, migliore qualità, numeri più alti che aumentano il livello di esperienza dei nostri professionisti e prestazioni più evolute anche ai pazienti residenti. In altre parole, questa attrattiva è un vantaggio per tutte le persone che in questo modo possono godere di strutture più grandi e più complesse. 

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Ci sono problemi che potrebbero essere superati?

Noi potremmo dare un importante aiuto al sistema metropolitano liberando le nostre potenzialità che al momento sono ridotte a causa dei limiti budgettari, fermi da un decennio. Abbiamo le competenze, le capacità di investimento e le risorse per sviluppare le nostre attività verso le aree più critiche a supporto dell’intero sistema metropolitano.

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Quali sono i punti di forza?

Tra i nostri punti di forza c’è sicuramente l’economicità. Le strutture di diritto privato non vengono sostenute con ripianamenti a fine anno e all’interno del pagamento delle prestazioni devono far rientrare anche gli investimenti. Ciò significa che per il nostro SSN le strutture di diritto privato sono un elemento di grande efficienza e grande economicità. Inoltre, siamo in grado di offrire una flessibilità che durante il periodo del Covid è stato un elemento chiave. Per questa emergenza abbiamo trasformato continuamente e in tempi rapidi le nostre strutture e convertito reparti per accogliere e curare i pazienti COVID, a seconda delle richieste che provenivano dalla Regione e dalla AUSL.

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Quali le priorità per l'anno che è appena iniziato?

Tra le priorità per il 2023 la prima è quella di ridurre le liste d’attesa generate durante la pandemia. Non è accettabile che un cittadino debba attendere mesi per avere prestazioni necessarie, diagnostiche e terapeutiche. Successivamente credo che sarà molto importante affrontare il tema della programmazione nella formazione di medici e dei professionisti della sanità. Questa pandemia ha evidenziato una grave lacuna in termini numerici e bisogna far fronte prima possibile a questa emergenza. Infine, credo sia il caso che la Regione metta mano ai budget e alle tariffe, anche per fronteggiare la grave emergenza inflazionistica che ha colpito sia il privato che il pubblico in egual misura in tutti i campi, non solo in quello energetico.

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